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Intervista allo youtuber Francesco Galati, filmmaker ufficiale di withinn

Pubblicato il 20/06/2017



Con la larga diffusione di apparecchiature digitali di ripresa e montaggio, la figura del filmmaker spopola  in maniera impressionante soprattutto sui canali social. 

Ma cosa fa precisamente un filmmaker? Il termine filmmaker sta ad indicare colui che “crea film”, ossia è quell'operatore cinetelevisivo che realizza videoclip, corti e spot dalla prima fase di realizzazione fino alla fase finale di montaggio.

Una professione che in genere nasce da uno dei principali interessi culturali: un forte senso della musica, dell'immagine e del ritmo.

Il filmmaker è un'identità, su cui ci si riconosce molto il noto giovane Francesco Galati che si occupa di regia, fotografia e post-produzione. L'abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e scoprire qualcosa in più riguardo questo mondo cinetelevisivo.


1. Lavori in questo settore da 7 anni. Ma come è nata la tua passione?

Sono stato sempre un appassionato di musica, di pubblicità e di arti visive in generale. Inizialmente erano, appunto, viste come una passione e basta. Non credevo tutto ciò potesse diventare un lavoro. Più che altro non credevo potesse essere un lavoro! Tutt'oggi c'è ancora molta diffidenza in questo settore, ma spero la situazione possa cambiare.


2. C'è qualche esperienza particolare che ripeteresti o che, magari, non ripeteresti mai? Perché?

Ogni esperienza che ho vissuto mi è servita per farmi diventare ciò che sono oggi, quindi direi che non ci sono esperienze che non ripeterei.


3. Viaggi molto per lavoro, tra i tuoi viaggi c'è il Giappone, cosa ti ha colpito di più di un paese così lontano anche culturalmente?

Il Giappone è un paese incredibilmente affascinante proprio perché è diametralmente opposto a noi a livello culturale. C'è molto rispetto per qualunque cosa. Sto già facendo il conto alla rovescia per tornare. A marzo sono stato in Africa, ma il mal d'Africa non è nulla in confronto al mal di Giappone. Ripartirei domani!


4. Qual è secondo te la fase più difficile nel produrre un video?

L'idea è tutto. Una volta codificata l'idea e dopo aver chiarito tutti i punti, il resto è tutto in discesa. Tranne i problemi in montaggio. Ecco… in montaggio spesso escono fuori quei problemi che ti fanno passare delle nottate poco piacevoli.


5. È difficile avere sempre la creatività a portata di mano. Come o da chi trai ispirazione di solito?

La mia ispirazione viene dalla cultura pop degli anni ‘90, dai colori, dai format e dai personaggi con cui sono cresciuto. Prevalentemente direi Corrado Guzzanti, Nino Frassica e Aldo Giovanni e Giacomo.


6. Se le cose fossero andate diversamente, quale sarebbe stato il tuo piano B?

Tutti i miei piani, B,C,D ecc, convergono nel piano A. Il mio piano A è un grosso contenitore di piani. Una mensola dove esporre tutti i miei piani. Se un piano non funziona, ho tutti gli altri da sfoderare, ma in ogni caso sono tutti visibili nel mio piano A.

7. Che messaggio lasceresti ai giovani che hanno intenzione di avventurarsi nel mondo del filmmaker?


Studiate. Investite nelle vostre capacità prima che nella vostra attrezzatura. Meglio un'idea straordinaria messa insieme con lo scotch, che un'idea pessima servita con una grattugiata di tartufo bianco.

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